La tappa esce dal paese di Volpedo passando a fianco alla scuola e lungo Via Mazzini, lasciandosi gli ultimi pannelli con le riproduzioni dei dipinti del pittore Pellizza da Volpedo. Al bivio si segue Strada Clementina fino alla cascina omonima e tenendo la destra si costeggia il torrente Curone e un laghetto di una cava.
Si risale leggermente il sentiero e si continua un lungo tratto attraverso bei filari di peri fino a riscendere per passare il ponte sul torrente.
A Barca si prende il bivio per la frazione Premarone salendo verso Montemarzino, arroccato su una collina a 440 m., dove si trova un ristorante e una bella piscina all’aperto. Si prosegue per poco più di un km sulla strada provinciale superando il borgo di Caffarone e prendendo la strada sterrata per Roncascinate, che si lascia quasi subito per un sentiero che scende attraverso boschi di lecci e castagni a lato di Montegioco e poi a Palazzo, adagiato nella Val Grue, con il suo bel castello, aperto per cerimonie o anche pernottamenti su richiesta.
Si risale la collina di fronte con una mulattiera che sbocca sulla strada provinciale in direzione di Arpicella; da qui parte una bella stradina asfaltata di costa in mezzo ai vigneti che si lascia a sinistra per scendere e risalire a Montale Celli, percorrendo a tratti la ciclabile Fausto Coppi.
Tra Montale Celli e Costa Vescovato diverse cantine, un birrificio artigianale e un paio di ristoranti. Per pernottare B&B sul percorso e la Cooperativa Valli Unite a Costa Vescovato.
Il territorio di Montemarzino è stato importante per le attività commerciali della Val Curone: nella frazione Barca esistono ancora oggi i resti di un mulino ad acqua, il Mulino del Bue, che nei secoli ha avuti notevoli usi non solo come macina per il grano ma anche come fonte di energia elettrica.
A Montemarzino si può fare una piacevole sosta, dopo la salita al colle, nel sagrato della chiesa della Reguardia e, volendo salire ancora pochi metri, sulla rocca si visitano i ruderi dell’antica fortezza medioevale.
Il territorio circostante è caratterizzato da una natura rigogliosa, ricca di specie animale e orchidee selvagge con splendide ginestre che spiccano eteree. A Montegioco, la chiesa è citata per la prima volta nel 1300, ma è certamente anteriore a quella data, come dimostrano gli avanzi di un’abside in puro stile romanico.
A Palazzo, il castello, eretto nella seconda metà del secolo XVII dalla famiglia Busseti, ora restaurato e ridotto a privata abitazione, non conserva quasi più nulla della sua originaria fisionomia.
Costa Vescovato, che conserva nel suo nome traccia della lunga sudditanza all’episcopato di Tortona, è ubicato in una posizione da cui domina il corso dell’Ossona; qui è presente la chiesa di San Martino che risale al Seicento.
Testi storici documentano poi la presenza di una “madia delle streghe”, sita sulla altura detta Castiglione o Bric delle Streghe dove nel 1520, per ordine del giudice vicario del Vescovo, furono bruciate tre donne reputate tali.
Sparsi lungo i colli e le valli tortonesi si incontrano ristoranti e trattorie dove gustare le eccellenti specialità del territorio, a cominciare dai profumati e preziosi tartufi, presenti nei tanti boschi di castagni e rovere della zona, in ben tre tipi differenti: il bianco, il nero e lo scorzone.
In novembre ormai famosa è la Fiera Nazionale del Tartufo di San Sebastiano Curone. Inoltre pregevoli i funghi porcini, i tradizionali salumi artigianali, prodotti della radicata cultura contadina, i saporiti e particolari formaggi, sino alla deliziosa e dolcissima frutta, in particolare le profumate pesche di Volpedo e la Ciliegia Bella di Garbagna, entrambi presidi Slow Food.
Ottimo anche il miele, profumatissimo grazie ai fiori dei tanti alberi da frutto, ai boschi e alle numerose coltivazioni biologiche di erbe aromatiche ed officinali, che in primavera-estate colorano colline e fondovalli con mille fiori. Lo si può magari gustare sul pane cotto in forno a legna e con lievito madre di alcuni panificatori artigianali, la “micca” o il “miccone”.
Altri due prodotti caratteristici da forno sono i grissini all’acqua e le fette biscottate. Tenera, magra, con un basso livello di colesterolo è la carne all’erba, proveniente da animali allevati esclusivamente al pascolo. La peculiare predisposizione geologica e climatica del luogo, unita al costante e sapiente lavoro degli agricoltori teso al miglioramento qualitativo del prodotto, frutto di selezioni rigorose e di coraggiose innovazioni, lo rende adatto ad ospitare una viticoltura tradizionale e di elevata qualità, che riconosce nel Timorasso e nel Barbera le sue maggiori eccellenze.
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